Cibo, moda e artigianato, sono da sempre il fiore all’occhiello del nostro paese. Ammirati e copiati, spesso con scarsi risultati, da tutto il mondo, sembriamo essere gli unici a non capire il valore delle nostre risorse interne.
Basti pensare che solo il 34% delle nostre ppm ha un sito web e che solo il 13% lo utilizza per la vendita online. Un dato bassissimo rispetto all’enorme potenziale stimato sui mercati esteri: nel 2013 si è registrato un aumento del 12% sulle ricerche sul web riguardo al “Made in Italy”.
A farci aprire gli occhi ci pensa Google e il suo portale “Made in italy: eccellenze in digitale”. Lanciato ad ottobre, in collaborazione con il ministero delle politiche agricole e artigianali, ha come scopo quello di lanciare sulla rete le nostre eccellenze, attraverso un ‘esposizione di 100 realtà artigianali, di cui sarà possibile conoscerne la storia. Google dimostra di essere convinto che questo progetto possa “contribuire ad aumentare la capacità delle imprese italiane di fare export”.
Se l’interesse del colosso di Mountain View non fosse sufficiente, è importante sapere che solo nel 2013 sono stati fatturati oltre 68 miliardi di euro dalle esportazioni mondiali di prodotti Made in Italy, fra i settori che hanno ottenuto i maggiori risultati, abbiamo:
- l’abbigliamento che ha generato 19,5 miliardi di euro,
- l’enogastronomico oltre 7 miliardi,
- l’arredo 3,5 miliardi,
- il vinicolo 1,3 miliardi.
Possedendo oltre 1000 prodotti italiani top-performer, è doveroso riconoscere l’importanza di questa nuova forma di business. Dati più che incoraggianti che vedono nella rete lo strumento ideale per la promozione del Made in Italy.
Il web può diventare la chiave per risollevare le sorti delle nostre piccole e medie imprese?
Sicuramente; ma per far sì che ciò avvenga, è necessario cambiare approccio: affidarsi a professionisti e Web Agency esperte con cui pianificare e studiare nel medio e lungo periodo strategie di Comunicazione e Web Marketing multicanale in chiave internazionale.
I dati parlano chiaro: le imprese che hanno investito nell’online, hanno ottenuto il 27% del proprio del proprio fatturato dall’estero, nonostante solo il 30% abbia un sito in lingua straniera e il 45% venda solo in Italia.
Siamo difronte ad un mercato ancora in buona parte “vergine” e abbiamo in mano dati concreti per una sicura riuscita. Proprio partendo dal progetto di Google vi segnaliamo la seguente video/intervista che racconta come il brand italiano Loison si è approcciato all’e-commerce: