24 Aprile 2012: “Google Penguin Update” è arrivato. Tutto insieme in tutto il mondo – a differenza del suo predecessore “Panda”, uscito ad Agosto dell’anno scorso ed aggiornato progressivamente. E tutto il mondo del Web Marketing ha tremato nuovamente.
Il nuovo algoritmo introdotto da “Big G” differisce da quest’ultimo – nato per punire le content farm e premiare i contenuti originali e di valore – in quanto punta specificatamente a combattere lo spam circolante sul web – attività sempre perseguita, ma in questo caso in maniera molto specifica.
L’obiettivo è perciò quello di “pulire” le SERP – acronimo di Search Engine Result Page, ovvero le pagine dei risultati dei motori di ricerca – e combattere attività scorrette e fraudolente come il keyword stuffing – che fondamentalmente prevede il sovraccaricare in maniera poco lecita i meta-tags e/o i contenuti di un sito web con parole chiave a fini di una rapida indicizzazione – ed il link building “forzato” e non fisiologico.
Attenzione però: il “Pinguino” è infaticabile e scansiona ininterrottamente la Rete, cercando di scovare chi tenta di risalire posizioni con azioni di SEO spam poco etiche ed ortodosse e, una volta trovato, punendolo di conseguenza tramite retrocessione nei risultati di ricerca. Cosa fare per evitare che la mannaia del “Pinguino” si abbatta su di noi? Curare periodicamente il proprio sito – quindi, componendo ed editando testi originali e di qualità, utilizzando correttamente i meta-tags, costruendosi una rete di links in modo “naturale” e senza artifici aggiuntivi. Semplice. Apparentemente troppo, forse. Ma a leggere cosa pensano gli utenti di Internet dopo il primo mese di rilascio del “Pinguino”, questo è ciò che emerge – insieme con le immancabili critiche al gigante di Mountain View, tacciato di avere nuovamente cambiato le carte in tavola e di costringere ad un attento e minuzioso lavoro gli specialisti del settore. Aspettiamo sviluppi ulteriori: presto aggiornamenti in un nuovo post.