Quando si tratta di districarsi tra i termini della comunicazione aziendale si rischia di perdersi nella selva di definizioni che sembrano somigliarsi tutte – brand identity, brand reputation, brand awareness – ma di fatto cos’è un brand?
Il brand è originariamente nient’altro che il marchio. Coincide con il nome, il simbolo o ambedue le cose che sintetizzano l’identità di un’azienda e la distinguono dalle altre aziende sul mercato. Corrisponde quindi all’identità vera e propria.
Una curiosità a proposito dell’etimologia della parola rimanda addirittura all’antico norreno. Il termine brand significa bruciare e richiama la pratica di marchiare a fuoco il bestiame per attribuirne la proprietà. Con un vero e proprio logo.
Il brand quindi è un logo o un nome che identifica una data azienda, i prodotti o i servizi che offre. Nel tempo però il termine ha acquisito anche nuove sfumature e profondità. Per il marketing per esempio c’è differenza tra un marchio e una marca. Il primo è un simbolo, un nome o un logo. La seconda è meno tangibile ma anche più complessa, è l’identità ricca di sfaccettature che il cliente percepisce.
Così nel concetto di brand contemporaneo confluiscono il logo e il nome ma anche la percezione del consumatore, la storia e i valori dell’azienda, le aspettative del cliente e la sua esperienza. Insomma, un intero immaginario ricco di significato.
Il logo della definizione originaria in qualche modo ne diventa la sintesi ma di fatto c’è molto di più. Il branding del moderno marketing quindi si occupa di mettere a punto una serie di strategie che costruiscono identità e la comunicano ai clienti.
Oltre alla progettazione grafica di un logo bisogna perciò individuare i valori e la mission dell’azienda e comunicarli al cliente in modo che vengano percepiti come riconoscibili e soprattutto unici. Una vera e propria identità che crea brand awareness, cioè quanto i consumatori sono consapevoli dell’esistenza di un marchio.